mercoledì 15 luglio 2009

Forse, un giorno

Sordido rumore


di nocche spezzate


nel buio della notte.




Declinio di


un corpo fermo, appestato


da ciclopici vermi.




Un solo lembo


di carne


si frappone


tra noi


corpi sterili...




Un tempo


i tuoi seni rigogli


di amore,


ora solo putrido


conforto per


gli insetti.




Eureka! Mio tesoro!


Anche tu,


nei tuoi meravigliosi giorni,


avevi un corpo adoneo,


piacevolmente


disteso sulle mie


candide membra...


Ora solo ossa e melma.




Seppur in una tomba,


stretta, buia ed umida


le nostre ossute mani


si toccano,


in un infinito abbraccio.




Sì! Il nostro amore


è rimasto


vitale,


anche nella


morte


del nostro futile


corpo...




Dentro quello che un tempo


era il tempio delle nostre anime,


ora non rimane altro


che sudicia melma, nutrimento


di queste schifose larve...




TI fisso in quelli che erano


i tuoi limpidi occhi


color oceano, Amore mio:


così belli e puri,


ora


solo ossute resta,


dimora di assillanti insetti.




Quando strappai


il tuo cuore


dal tuo petto,


sentii tutto il tuo amore


scorre dentro e sopra me...




Ora guardaci!


Qui, in questa umida prigione,


piena di minuscoli


e schifosi aguzzini,


che si prendono


gioco di noi e del nostro corpo,


come Centurioni accaniti.


Lacerano i nostri putridi resti,


nidificano nelle nostre cavità,


ridono di noi...




Ma il nostro Amore


vivrà,


sino alla giorno in cui


rinasceremo


per amarci,


di nuovo.





Forse, un giorno...

Nessun commento:

Posta un commento